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cos’è cambiato da Genova a Cagliari?

De Silvestri in azione durante Cagliari-Bologna

Pochissime ore alla sfida tra Bologna e Lecce, valida per l’undicesima giornata di Serie A. Dopo il turno infrasettimanale, che ha visto i rossoblù far visita al Cagliari di Davide Nicola, arriva il Lecce di Gotti, voglioso di abbandonare le zone basse della classifica. Il Bologna, dopo aver ritrovato il sorriso, vuole continuare sulla strada tracciata in Sardegna. La partita, decisa dal duo Orsolini-Odgaard, ha presentato diverse similitudini con quella di Genova. Fortunatamente, però, il risultato finale è stato diverso: quali sono state le differenze e le similitudine tra le due partite?

Orsolini e Odgaard: da Genova a Cagliari

Sia nella trasferta di Genova che in quella di Cagliari, i rossoblù sono andati in vantaggio meritatamente. Le diverse occasioni create, questa volta, sono state trasformate in gol grazie a Riccardo Orsolini. A Marassi, la deviazione decisiva di Vasquez aveva spiazzato Leali regalando il vantaggio agli ospiti e la gioia personale al numero 7. A Cagliari, invece, il merito è stato soltanto di Orso: assist di Ndoye, velo geniale di Castro e destro secco di Orsolini. Come se non bastasse, poi, nella ripresa è arrivato il raddoppio di Jens Odgaard, l’uomo sul quale Vincenzo Italiano sembra punterà anche oggi contro il Lecce. E proprio come in casa del Genoa, l’attaccante danese ha realizzato un bellissimo gol con il mancino, all’angolino destro di Scuffet che non ha potuto nulla.

Stessa situazione vista a Marassi: Bologna in vantaggio per 0-2 e una ripresa da giocare. I finali sono stati differenti, ma per quale motivo?

Jens Odgaard (©Bologna Fc 1909)

Una ripresa gestita meglio: niente cali di concentrazione a Cagliari

Appare evidente, come prima spiegazione alla differenza di risultato finale, come il Bologna avesse avuto un tremendo caldo di concentrazione durante il secondo tempo di Genova. Probabilmente, i ragazzi di Italiano si sentivano sicuri del risultato e la testa si è alleggerita. L’errore di Casale, in occasione dell’1-2 di Pinamonti, è abbastanza emblematico: un errore difensivo pesante, dettato forse anche da una certa dose di sufficienza. Da lì in poi, con il Genoa tutto riversato in avanti a cercare il pareggio, il Bologna si è fatto prendere dal panico. Il pareggio di Pinamonti è stato un gioiello, ma la marcatura di Casale aveva lasciato parecchio a desiderare. Fischio finale e 2 punti buttati: una partita in controllo fino al 73’ scivolata via dalle mani.

Nella gara di Cagliari, invece, i rossoblù sono stati bravissimi a tenere sempre la concentrazione alta, senza perdere mai il filo del discorso. La presenza di Lucumì e Beukema in difesa ha dato più sicurezza? Questo non si potrà sapere con certezza: la verità, però, è che dagli errori si impara. Italiano avrà lavorato molto su questo aspetto prima del match di martedì sera e il risultato si è visto.

La scelta del modulo: esaltare gli attaccanti ma mantenere copertura

Le formazioni andate in campo contro Genoa e Cagliari erano pressoché simili. Stesso modulo ma con qualche interprete diverso. La presenza di Odgaard, come già sottolineato, offre alla squadra un bilanciamento totale in fase d’attacco e di difesa. La sua fisicità messa al servizio di Castro and co ma anche del centrocampo in fase di copertura, garantisce al Bologna di rimanere unito.

Forse a Genova, la scelta di inserire Karlsson e Fabbian non ha pagato. Impossibile, però, farne una colpa ad Italiano: in panchina aveva solo Tommaso Pobega come uomo più di copertura, siccome Aebischer era già infortunato. Una volta uscito Odgaard, quindi, si è andato a perdere quel filo che legava i due reparti e che dava alla squadra ordine in campo.

Freuler in azione in Cagliari-Bologna (© Bolognafc.it)

La presenza di Ndoye a Cagliari

Infine, un’altra possibile motivazione riguardo i diversi finali di Genova e Cagliari, potrebbe riguardare Dan Ndoye. Lo svizzero non era presente a Marassi e Vincenzo Italiano ha dovuto fare a meno delle sue invenzioni sulla corsia e della sua solita sostanza. Dan, oltre ad offrire supporto alla manovra d’attacco, rientra spesso fino alla sua area per coprire in fase difensiva. A Cagliari, invece, oltre ad aver confezionato l’assist per il gol di Orsolini, ha rappresentato costantemente una spina al fianco per la difesa avversaria. Avere in campo il numero 11 fa la differenza: Italiano ne è pienamente consapevole e, infatti, è veramente difficile rinunci a lui per il suo Bologna.

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